Jaguar E Type

Logo Jaguar d'epoca

Storia della Jaguar E

La Jaguar E-Type, anche conosciuta come Jaguar XK-E, è stata presentata al Salone dell’Automobile di Ginevra del 1961.

Progettata da Malcolm Sayer, la E-Type ha immediatamente catturato l’attenzione del pubblico con il suo design elegante e sportivo, che ha fatto guadagnare alla vettura il titolo di “la più bella macchina del mondo” dal celebre Enzo Ferrari.

La E-Type è stata dotata di un motore a sei cilindri in linea da 3,8 litri che le ha permesso di raggiungere una velocità massima di 241 km/h. Nel 1964, la E-Type ha subito un restyling che ha introdotto il motore V12 da 5,3 litri, che ha migliorato le prestazioni e la stabilità della vettura.

La E-Type è stata prodotta fino al 1975, vendendo oltre 70.000 unità. Oggi la E-Type è considerata un’auto classica, iconica del design britannico e una delle auto sportive più famose della storia.

Gian Luca Bardelli e la E-Type

Negli anni ’70, Gian Luca Bardelli si avvicina davvero al mondo dei motori grazie all’officina autorizzata Alfa Romeo, Iso Rivolta-De Tomaso e Jaguar di proprietà del padre Gianfranco a Roma. L’officina è frequentata da personaggi famosi del mondo dello spettacolo, come Marcello Mastroianni, Little Tony e Rita Pavone con la sua Jaguar E rosa.

Gian Luca comincia a lavorare come meccanico e poi diventa collaudatore. La sua vera passione è il collaudo su strada ma farà strada come pilota.

Infatti, nel 1980, Gian Luca partecipa alla Hilton Classic Car Cup alla guida di una Jaguar E spider 4,2. La gara si tiene sulla vecchia salita di Monte Mario che porta all’omonimo famoso hotel, e Gian Luca riesce a vincere, battendo modelli di altre prestigiose case automobilistiche come Ferrari, Lancia e Alfa Romeo. L’anno successivo, Gian Luca si ripete ancora una volta, vincendo nuovamente la gara con la sua Jaguar E.

Le corse con con il mito Jaguar

Gian Luca Bardelli rimane impressionato da Pietro Silva, un pilota che guida una Jaguar E come un fulmine, durante una sessione di guida a Vallelunga. Grazie all’interessamento di Ugo Alberti, Gian Luca ottiene uno sponsor importante, l’Autovox, e comincia a gareggiare con una Jaguar XK 140 coupé, vincendo la categoria in tutti i rally italiani più importanti come la Coppa dei Fiori, la Targa Florio, la Coppa delle Alpi, il Rally di Roma e il Rally di Sanremo, accompagnato dal figlio di Alberti, Stefano, come navigatore.

Nonostante il successo nel rally, Gian Luca preferisce correre in pista. Grazie alla sua guida metodica, riesce a vincere su tutti i circuiti italiani più importanti da Misano al Mugello, salvo ritirarsi per rotture meccaniche.

Gian Luca Bardelli in corsa sula sua Jaguar E

La sua vittoria più memorabile è quella ottenuta sotto la pioggia al Grand Prix Historic abbinato alla Formula 1 a Imola nel 1991, dove regola vetture come la Ferrari P2, la Ford GT40, la Iso Rivolta, la Ford Mustang Shelby, l’AC Cobra, l’Alfa TZ, la Cooper e la Lister Jaguar, guidando per un’ora da solo mentre gli altri piloti sono in due.

Il legame tra la Jaguar e Gianluca diventa arte

Il cofano della Jaguar-E dipinto da Enrico Manera

Già nel 2021 Gian Luca Con con il Jaguar Enthusiast Club Italia, il più grande club di appassionati di Jaguar al mondo, organizza una cena evento per celebrare i sessant’anni dalla presentazione della Jaguar E-Type, nota anche come l’auto guidata da Diabolik. È la prima volta che un evento del genere si svolge in Italia, poiché in Inghilterra eventi simili nelle officine, tra le auto d’epoca, sono frequenti.

Alla cena partecipa anche l’artista pop art Enrico Manera, che è il testimonial della serata con la fotografia di un’opera importante. Gian Luca Bardelli, in qualità di organizzatore della cena, racconta che per distinguersi dagli altri eventi simili che si svolgono in tutto il mondo in occasione della stessa ricorrenza, chiede a Enrico Manera di realizzare qualcosa di unico.

Bardelli gli spiega che la Jaguar ha già ricostruito la E-Type e tre Spider, ma che nel resto del mondo sono stati realizzati solo i soliti gadget. Manera risponde: “Dato che hai vinto delle gare storiche, e l’hai fatto con una E-Type, dammi il tuo cofano di scorta della tua macchina da corsa”. Glielo fa avere in studio, e Manera trasforma il cofano in una pittoscultura unica al mondo.

Sul cofano sono presenti numerose citazioni, dalla Regina Elisabetta II al Principe Filippo, fino all’Union Jack. 

Bardelli aggiunge che si tratta di un’opera importantissima poiché nel Museo della Jaguar, ci sono tutti i cofani delle macchine che hanno fatto storia, tranne quello della Jaguar E. Adesso c’è.